Alfa 1900, l’auto di famiglia che vince le corse ha 70 anni
E’ il marzo del 1950 e un’automobile mai vista prima esce dai cancelli del Portello, la sede dell’Alfa Romeo, con il celebre pilota e collaudatore Consalvo Sanesi alla guida e tre illustri passeggeri: Giampaolo Garcea capo del servizio esperienze, Giuseppe Busso responsabile della progettazione e Livio Nicolis capo del reparto corse.
Questa elegante berlina, spinta da un inedito motore a 4 cilindri – frazionamento scelto per non penalizzare fiscalmente il nuovo modello – prende il nome proprio dalla cilindrata: 1900, conosciuta anche come Millenove.
L’Alfa Romeo ripone molte speranze in questa auto, che introduce molte novità, come la prima catena di montaggio al Portello, la prima vettura a scocca portante e il primo motore bialbero quattro cilindri che darà origine a fortunate evoluzioni successive.
Va ricordato che la Casa del Biscione – dopo aver vinto i primi due Campionati del Mondo di Formula 1 – aveva lasciato, da imbattuta, la massima divisione dell’automobilismo sportivo, operando una precisa scelta strategica legata alle trasformazioni in atto per ampliare produzione e le vendite.
Alla fine degli Anni ’40 l’Alfa Romeo concentra tutti gli sforzi nella creazione di una nuova vettura affidando il compito di gestire interamente l’operazione a Orazio Satta Puliga, che dal 1946 è direttore della progettazione e delle esperienze.
E’ proprio Satta Puliga, venti anni più tardi e dopo aver firmato successi come la Giulietta e la Giulia, a spiegare la sua visione della marca: ”L’Alfa Romeo non è una semplice fabbrica di automobili: le sue auto sono qualche cosa di più che automobili costruite in maniera convenzionale. Ci sono molte marche di automobili, e tra esse l’Alfa occupa un posto a parte.
È una specie di malattia, l’entusiasmo per un mezzo di trasporto. È un modo di vivere, un modo tutto particolare di concepire un veicolo a motore”.
Nasce così l’elegante e performante 1900, prima vettura Alfa Romeo dotata di scocca integrata al telaio. Il motore è anteriore longitudinale, il cambio a 4 marce e la trazione è posteriore, secondo uno schema quasi obbligato per l’epoca. Le sospensioni anteriori sono indipendenti, con molle elicoidali e barra stabilizzatrice, mentre al retrotreno si trova un ponte rigido con biella longitudinale e braccio centrale triangolare, molle elicoidali.
Le linee esterne sono sobrie ed eleganti, caratterizzate da morbide curve che ne disegnano la carrozzeria a tre volumi (cioè con il bagagliaio separato) e la tipica calandra cromata a tre lobi che identifica lo stile inconfondibile delle Alfa. Gli interni sono moderni – sempre rapportati all’epoca – e ben rifiniti, con divano anteriore unico che permette, grazie alla posizione della leva del cambio al volante, di trasportare agevolmente sei persone.
Ma la grande novità è sotto al cofano: ‘abbandonato’ il frazionamento a 6 cilindri, Alfa Romeo punta su un inedito 4 cilindri in linea di 1884 cc alimentato da carburatore che utilizza (vera raffinatezza) una testata in alluminio con due assi a camme comandati da catena ed è alimentato da un solo carburatore. Eroga 80 Cv e spinge la 1900, che peso solo 1100 kg, fino a 150 km/h.
Ma torniamo alla ‘uscita’ in collaudo e al successivo debutto statico al Salone dell’Auto di Torino, al Parco del Valentino, nel maggio del 1950. L’interesse suscitato dalla 1900 è enorme, proprio per la immagine di Casa automobilistica sportiva, capace di vincere per due volte consecutive il Campionato di Formula 1. E per non sbagliare al Portello viene coniato il celebre slogan ‘La vettura di famiglia che vince le corse’.
La presentazione alla stampa viene organizzata per il 2 ottobre 1950 a Milano all’hotel Principe di Savoia, mentre il debutto ufficiale avviene pochi giorni dopo al 37mo Salone di Parigi.
La 1900 diventa subito protagonista delle competizioni nella Classe Turismo e nel 1952 la sua superiorità si rafforza con il debutto della versione TI (Turismo Internazionale) che grazie ad un carburatore doppio corpo e alle valvole maggiorate mette a disposizione 100 Cv per una velocità massima di 170 km/h. Nel 1954 arrivano la 1900 Super e la più grintosa TI Super, entrambe caratterizzate da un aumento della cilindrata che arriva a 1.957cc. Grazie ai 115 Cv la velocità massima sale a 180 km/h.
A partire dal 1951 Alfa Romeo decide di puntare anche su versioni diverse dalla berlina, per offrire ai clienti un’auto differente per stile e possibilità di impiego. Una ‘base’ carrozzabile viene messa a disposizione dei principali specialisti: Pininfarina realizza un’elegante coupé e una cabriolet. Touring predispone la berlinetta sportiva con carrozzeria in alluminio 1900 Sprint a cui fa seguito l’originale coupé SSZ.
Ma, nella gamma delle derivate dalla 1900, la realizzazione più sbalorditiva è indubbiamente la 1900 C52 nota con il soprannome di Disco Volante. La disegna e realizza Touring e grazie al motore portato a 158 Cv e al telaio tubolare che abbassa il peso a 735 kg questo ‘gioiello’ arriva a 220 km/h.
La 1900, che diventa per le sue prestazioni, anche l’auto delle Volanti della Polizia, rimane in produzione fino al 1959, sostituita dalla 2000, totalizzando circa 18mila unità.
Fonte Ansa
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