Alfasud Ti Bimotore, prototipo pensato per i rally africani.
Un prototipo pensato per i rally più impegnativi e firmato Alfa Romeo. Il veicolo in questione è l’Alfasud Ti Bimotore 4×4 Wainer, che vedeva la luce nel 1974 come potenziale partecipante agli eventi fuoristrada più impegnativi come quelli della Parigi Dakar o altri impegnative gare africane.
Specifica principale del veicolo, quella di avere due propulsori, uno nella parte anteriore per alimentare le ruote anteriori e uno nella parte posteriore per alimentare le ruote posteriori.
L’idea di avere due motori con due trasmissioni non era del tutto nuova per la verità, perché era già stata sperimentata prima con la forse più celebre Citroen 2CV Sahara, ma anche dalla Cooper con la sua rarissimi Twuni.
Nonostante la complessità meccanica figlia del doppio motore, l’idea era quella di poter contare su due propulsori utili, nel caso uno dei due avesse ceduto durante la gara. Il progetto venne considerato potenzialmente ideale per quegli sport motoristici e per quelle competizioni celebri per mettere a dura prova i veicoli, a cominciare dalla Parigi-Dakar e, naturalmente, dal Rally Africano.
L’Alfa Romeo Alfasud Ti Bimotore 4×4 Wainer è stata sviluppata da Gianfranco Mantovani (soprannominato Wainer) e dall’officina di ingegneria spesso specializzata nella modifica e preparazione di vetture da competizione Alfa Romeo. In questa veste Mantovani aveva lavorato a lungo con il reparto corse Alfa Romeo Autodelta e il suo fondatore Carlo Chiti.
L’Alfasud Ti Bimotore 4×4 fu completato nel 1977, utilizzando un Alfasud Ti 1200, la versione più performante del modello, del 1974. La sigla ‘Ti’ stava per Turismo Internazionale. Il Ti era controllato da una trasmissione a 5 marce e mossa da un 1,2 litri boxer quattro cilindri, con un carburatore Weber da 67 CV. Mantovani e il suo team hanno sostanzialmente portato un altro motore, montato nella posizione dei sedili posteriori.
Fin dall’inizio la vettura era progettata per poter funzionare normalmente con entrambi i motori in funzione, oppure con il solo motore anteriore o posteriore attivo. I motori utilizzavano pulsanti di avviamento separati, così come i sistemi di accensione separati, con strumenti di ogni motore segnalati entrambi sul cruscotto in modo che il conducente potesse monitorare entrambi allo stesso tempo. I cambi erano entrambi collegati alla stessa leva del cambio centrale, e le due frizioni azionate dallo stesso pedale.
L’obiettivo era quello di rendere la guida della vettura il più semplice possibile, indipendentemente dal fatto che il conducente utilizzasse entrambi i motori o solo uno. La vettura è stata ulteriormente modificata con due prese d’aria laterali, radiatori con ventilatori elettrici ed altro ancora. Con entrambi i motori in funzione la vettura accelerava da 0 a 100 km/h in 8,2 secondi e la sua velocità massima era di 215 km/h.
Il progetto Ti si è però poi fermato ai circuiti di prova e non ha mai partecipato a nessun rally.
Oggi, il prototipo fa parte di una serie di veicoli messi all’asta da Soteby’s il prossimo 13 febbraio a Parigi.
Perfetto come regalo, per un Alfista, di San Valentino!
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