Concorso “Io l’amo..” – Fiera Auto e Moto d’Epoca 2014
Permettetemi di condividere una bella notizia con tutti voi, miei cari lettori.
Con un racconto sulla mia personale storia di appassionato d’auto d’epoca, ho partecipato al concorso dal titolo “Io l’amo..” edizione 2014, indetto dalla Fiera Auto e Moto d’Epoca di Padova in collaborazione con la rivista EpocAuto, classificandomi al terzo posto.
Non pensiate che abbia vinto chissà quale premio: semplicemente una abbonamento alla rivista e l’ingresso alla fiera padovana, ma tant’è… è sempre un bel premio!
La mia soddisfazione è grande, perche ho semplicemente raccontato un po’ di me e della mia passione, e non nascondo, che mi ha fatto molto piacere vedere riconosciuto questo spontaneo sentimento per le auto d’epoca; perciò voglio condividere con voi questo mio piccolo racconto, che travate di seguito.
Sperando che vi piaccia!
Grazie, di cuore, a chi ha deciso di premiare questa mia spontanea passione!
Titolo: Il mio mini-mo amore.
Sono sempre rimasto affascinato dalle automobili e, in particolare, dalle auto d’epoca, perchè, queste, rispetto alle attuali, mi creano un contatto più umano e più romantico con il mezzo meccanico.
Fin da bambino, molto piccolo a detta dei miei genitori, mi divertivo a veder e ad ascoltar lo sfrecciare delle macchinette giocattolo.
In poco tempo la mia passione si focalizzò su di uno specifico modello: la mini, quella della mamma. Infatti mia madre guidava una mini Innocenti, penso la prima versione di color verde scuro che, con il trascorrere del tempo e con l’effetto degli agenti atmosferici, era diventata quasi nera.
La si usava per i tragitti quotidiani e, a volte, ci si spostava anche fuori città.
A volte si andava a trovare i miei cugini che stavano a Lendinara, piccola città che distava da casa nostra circa 15 km; ma a causa di un problema al radiatore (forse un buco) ci si doveva fermare a rabboccare d’acqua il radiatore a metà tragitto. Queste peripezie mi facevano viaggiare con la fantasia e mi facevano immaginare il viaggio come una piccola-grande avventura.
Ero innamorato di quelle forme tondeggianti della mini, di quei due fanali che mi sembravano occhioni, e come tutti i bambini non sapevo il perché, l’amavo e basta in maniera spontanea e certamente ingenua.
Ero talmente attratto e infatuato che facevo di tutto per passare il mio tempo con la mia mini. Un bel giorno, come spesso accadeva in quei tempi, i miei genitori decisero di cambiare auto e di comperare un modello più recente, cosichè la vendettero, a mia insaputa, ad un privato.
Una sera, a ora di cena, sentii suonare il campanello di casa, mi precipitai ad aprire, ma quando aprii con mio sgomento riconobbi la persona che alcuni giorni prima era venuta a visionare la “mia” mini. Capii immediatamente che era venuto per portarmela via; allora istintivamente senza pensare, lo congedai affermando spontaneamente che i miei genitori non erano in casa, dopo di che molto tranquillamente ritornai a tavola a cenare con la famiglia riferendo che a suonare il campanello di casa era stata una persona anziana che aveva sbagliato indirizzo.
Mio padre che aveva capito che c’era qualcosa di strano in quanto avevo riferito, poiché proprio a quell’ora stava aspettando l’acquirente, andò a verificare chi fosse alla porta. Quando lo riconobbe e lo fece entrare, scusandosi per la marachella del figlio, io iniziai a piangere e piansi per molto tempo, perché sentivo che mi stavano portando via la “mia” mini.
Passarono gli anni, ma mai mi dimenticai quella “macchinetta”!
Finalmente dopo circa trent’anni, compresivi di un matrimonio, di una figlia e di un altro figlio in arrivo, lessi un annuncio, su di una rivista specializzata per auto d’epoca, che diceva circa così: “Vendesi mini causa nascita figlio”; senza altre descrizioni. In me e soprattutto in mia moglie, esasperata forse dal sentirmi sempre desiderare una mini d’altri tempi, scattò una molla e rispondemmo così “Acquistasi mini, causa nascita secondo figlio”.
Ora, a distanza di tanti anni dalla prima verde scuro, ho la mia mini rossa e…
Non importa se è diversa da quella di mia madre; ora lei, la mini, è mia e…. di mio figlio Pietro, che si manifesta già più innamorato di me!
Buon seme non mente.
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