L’arte motoristica italiana della Targa Florio va ai coniugi Moceri.
La Targa Florio Classic 2018 si è conclusa al Teatro Massimo di Palermo davanti a due autentiche ali di folla: a testimonianza di una passione ancora molto sentita tra i siciliani.
La “Targa” è infatti una delle corse più antiche del mondo e ha fatto la storia delle competizioni automobilistiche soprattutto negli anni Sessanta e Settanta.
Ha vinto il top driver siciliano Giovanni Moceri (in coppia con la moglie Valeria Dicembre) che così ha messo a segno una doppietta con il Gran Premio Nuvolari da poco conquistato.
C’è da rilevare come in questo momento la scuola dei piloti di regolarità “campobellesi” (che hanno conquistato anche il secondo e il terzo posto con gli equipaggi Di Pietra-Di Pietra e Passanante-Bottini) sia leader in Italia quanto a risultati. Una seconda curiosità sportiva è l’auto prescelta da tutti e tre gli equipaggi sul podio: la Fiat 508 C fine anni Trenta, che gode di un coefficiente d’anzianità favorevole in queste gare di precisione, gira come un orologio a dispetto dell’aria un po’ goffa e ha ormai spodestato la Lancia Aprilia (ancora prediletta da altri campioni come Canè e Sisti).
Aci Sport, che ha salvato la Targa classica da una fine prematura (abbinandola anche al Ferrari Tribute), attribuisce a questo evento una mission strategica: il rilancio e la difesa del patrimonio storico italiano.
Auto come l’Alfa Romeo GS 1750 Zagato (modello sul quale gareggiò Tazio Nuvolari), la Balilla Coppa d’Oro, la Lancia Aurelia o l’Alfa Romeo Giulietta Sprint sono state presentate al pubblico nella loro veste di “opere d’arte in movimento”.
I crepitanti motori anni Trenta delle barchette storiche e quelli dalla voce più cupa delle sportive anni Sessanta – è il senso dell’iniziativa sportiva – non possono finire banditi dalla burocrazia ecologica: il loro inquinamento è praticamente pari a zero, considerando l’uso limitato ai grandi eventi che ne fanno collezionisti e appassionati, ma testimoniano la grande tradizione italiana nel campo del design e della meccanica.
Del resto, chi manderebbe in soffitta un Van Gogh e un Rembrandt? Non a caso la gara, svoltasi nell’arco di tre giorni, ha preso il via dal Museo dei Motori del Sistema Museale dell’Università di Palermo, ed è risultata molto impegnativa dal punto di vista agonistico.
Tra i protagonisti anche la pilotessa Prisca Taruffi, figlia di Piero, uno dei più grandi campioni della velocità italiana. Prisca si è imposta nella Coppa delle Dame intitolata a Maria Antonietta d’Avanzo, donna pilota che già negli anni Venti partecipava con onore alle gare di velocità tra cui proprio la Targa Florio.
Un modo per sfatare certe banalità sulla donna al volante. Passaggi clou della Targa Classic 2018 il circuito delle Madonie, con partenza dai box di Floriopoli, storico tracciato della Targa di velocità, e la rievocazione del Circuito della Favorita a Palermo.
La corsa classica, in contemporanea con quella delle Ferrari moderne, ha visto impegnati in totale oltre 150 equipaggi con un numero molto limitato di ritiri: le storiche si stanno rivelando auto più robuste di quanto si possa immaginare. Tra i partecipanti anche il presidente Aci, Angelo Sticchi Damiani e il designer Roberto Giolito al quale si deve per esempio la Fiat 500 del 2007.
Giolito, attualmente responsabile dell’Heritage Abarth, ha portato in gara una rara Fiat 2300 Abarth Alemanno che fu proprio di Carlo Abarth: una delle auto più ammirate.
Fonte Ansa
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