Mini dell’era moderna, un fenomeno che è nato 20 anni fa.
Mini, nell’attuale riedizione firmata dal Bmw Group, è stata presentata per la prima volta al pubblico esattamente 20 anni fa, al Salone di Parigi del 2000. Sono seguiti due decenni di successi iniziati con una sola carrozzeria a 3 porte e due varianti (One e Cooper) e che – a differenza della prima Mini di Alec Issigonis del 959 – hanno fatto segnare un’altra rivoluzione, quella di portare nel segmento delle piccole auto il concetto di ‘vettura premium’.
Il via allo sviluppo della seconda generazione della Mini era già stato dato nel luglio 1994, a pochi mesi dall’acquisizione (avvenuta il 31 gennaio dello stesso anno) da parte di Bmw dell’80% del Gruppo Rover dalla British Aerospace (BAe), che era il principale azionista di Rover Group dal 1988 e che deteneva oltre ai brand Rover, Land Rover, MG, Austin, Morris, Wolseley, Triumph e Riley, anche Mini.
Accanto a dettagli stilistici ‘obbligatori’ come gli sbalzi corti, i fari rotondi e la griglia del radiatore esagonale, una priorità assoluta per i progettisti fu allora il trasferimento dell’idea alla base della Mini classica all’era moderna dell’automobile.
La Mini moderna doveva essere unica, offrire spazio per quattro persone e un comodo bagagliaio, fornire un’esperienza di viaggio efficiente e generare entusiasmo con caratteristiche di guida non comparabili con nessun altro modello della sua categoria. E ancora una volta, il risultato fu una nuova e rivoluzionaria vettura di piccole dimensioni, adattata alle esigenze degli Anni 2000 in tutti gli aspetti, e questa volta sviluppata e prodotta per soddisfare tutti i parametri di qualità di un marchio premium.
Nell’autunno del 1997 venne mostrato ad alcuni addetti ai lavori lo studio ACV 30 Mini Monte Carlo che celebrava la vittoria nel celebre Rally nel 1967. E partendo da quella due posti sportiva – che aveva suscitato molti commenti positivi – venne sviluppa la successiva Mini 3 porte di serie. Il rilancio del marchio e l’imminente presentazione del veicolo di serie sono stati infatti oggetto di intenso dibattito, soprattutto online.
Parallelamente alla prima mondiale a Parigi, vennero lanciati i siti web Mini nazionali e internazionali registrando ben presto l’interesse di ben 100.000 potenziali clienti.
La vendita della Mini partì ufficialmente nel Regno Unito il 7 luglio 2001 e il lancio sul mercato in Germania è stato celebrato due mesi dopo. Contemporaneamente, per poter soddisfare le numerose richieste, venne introdotto per la prima volta un turno di fine settimana presso lo stabilimento Mini di Oxford. In Giappone, dove la Mini classica aveva un’ampia comunità di fan, anche la seconda generazione generò un enorme interesse e per il debutto in quel mercato venne scelto il 2 marzo 2002 perché questa data è pronunciata ”MI-NI” in giapponese.
Infine, il 22 marzo 2002 arrivò il turno degli Stati Uniti, dove i concessionari avevano già registrato ordini per 20.000 esemplari.
Nel 2003, con il debutto della seconda generazione della Mini dei tempi moderni, arrivò un efficiente motore diesel, seguito dalla variante Cabrio l’anno successivo.
La terza generazione, lanciata nel 2006, allargò ulteriormente la gamma con l’aggiunta di Clubman, Coupé e Roadster. Non molto tempo dopo, il marchio è entrare con successo nel segmento delle compatte premium dove oggi Mini Countryman e Mini Clubman hanno trasferito il tipico go-kart feeling ottimizzando la spaziosità interna e la versatilità.
Ulteriori clienti e fan sono stati conquistati con la quarta generazione della Mini, che ha visto i debutto della 5 porte.
Passerà di certo alla storia questa auto ma non potrà mai competere con la MINI originale, almeno nei cuori degli appassionati!
Fonte Ansa
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