The Golden Age of Rally, al Mauto la collezione Macaluso.
Arriva a Torino, nelle sale del Museo Nazionale dell’Automobile, The Golden Age of Rally, il viaggio nell’epoca d’oro di questa disciplina sportiva.
Un’esposizione inedita nel panorama internazionale, che porta per la prima volta in mostra, dal 27 ottobre al 2 maggio 2023, una delle collezioni più importanti al mondo, quella della Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica. Una collezione unica nel suo genere per il palmares delle vetture presenti, che hanno gareggiato e vinto per alcune delle più prestigiose squadre corse al mondo.
I modelli, conservati nel loro stato originale, provengono dalla collezione di Gino Macaluso, imprenditore, designer, navigatore di rally. Personalità di spicco del mondo dei motori e non solo, che questa mostra vuole celebrare a mezzo secolo dal 27 ottobre 1972, quando il Rally Race con Raffaele Pinto gli valse il Campionato Europeo.
“E’ una celebrazione rigorosa, completa e spettacolare della storia dei rally che conferma l’impegno e la vocazione del Mauto nel mondo del motorismo sportivo. Questa inedita esposizione è anche un omaggio alla competenza del territorio torinese e piemontese che, in un periodo storico particolarmente significativo, ha saputo esprimere vetture e talenti in grado di arrivare in vetta alle classifiche internazionali” spiega il presidente del Mauto, Benedetto Camerana: Protagonisti di The Golden Age of Rally sono proprio gli esemplari selezionati e raccolti personalmente da Gino Macaluso.
Vetture-mito che, dagli anni Sessanta agli anni Novanta del secolo scorso, hanno vinto le più importanti gare del campionato: dal Rally di Montecarlo al Rally Safari, passando per il Rally Mille Laghi (Finlandia) fino al Rally di Sanremo.
“A Torino si è fatta la storia dell’automobilismo italiano: era quindi giusto partire da qui con questa esposizione, che porteremo poi in altri musei di tutto il mondo”, spiega Monica Mailander Macaluso, presidente della Fondazione costituita con la famiglia in memoria di Gino Macaluso.
Fonte e fotografie Ufficio Stampa Fondazione Gino Macaluso, che ringrazio!
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